Quale psicoterapia scegliere? Esiste una classifica dei migliori modelli di psicoterapia?
Oppure esistono modelli di psicoterapia più indicati a seconda del quadro clinico o della specifica personalità?
Vedremo che la risposta non è così semplice, e nemmeno è semplice mettere d’accordo tutti gli esperti. Anche se…
Anche se in realtà, ormai da tempo, esistono studi scientifici sul tema dell’efficacia in psicoterapia. Studi che non tutti vogliono recepire.
Inoltre, perché esistono così tanti modelli di psicoterapia? Tutti questi modelli sono completamente diversi oppure hanno delle basi comuni?
A mio avviso, basandomi sulle ricerche esistenti che hanno trattato il tema dell’efficacia in psicoterapia, e rilevando inoltre che alcune ricerche possono essere considerate faziose poiché affrontano la questione in maniera distorsiva (confondere il sintomo con la patologia, o nascondere eventuali risultati contrari), non esiste un modello di psicoterapia migliore di altri in senso assoluto.
È possibile che alcuni modelli possano risultare più indicati a seconda del quadro clinico particolare e della specifica personalità che lo psicoterapeuta si trova di fronte, ma è ancor più vero che spesso risulta più efficace un approccio flessibile che sappia integrare teorie e tecniche provenienti da modelli diversi. Il futuro della psicoterapia sta nel pluralismo e nell’integrazione.
Esistono numerosi modelli di psicoterapia perché la disciplina si è evoluta sulla base di approcci molto diversi nell’inquadrare il disagio mentale: alcuni si sono concentrati sugli schemi di pensiero irrazionali e sul comportamento disadattivo, altri sul mondo inconscio, altri ancora sui paradosssi della comunicazione nelle relazioni familiari, e via di seguito.
Ma di fatto, secondo quanto dimostrato dalla ricerca scientifica, spesso tutti questi approcci eterogenei presentano alcuni fattori in comune che rendono ragione della loro efficacia, in particolare l’alleanza terapeutica e la capacità di costruire un’ottima relazione empatica tra psicoterapeuta e paziente.
Quindi, quale psicoterapia scegliere?
Dopo quest’ampia e doverosa premessa, proviamo a sintetizzare alcuni passaggi indicativi che possano aiutare nella scelta della psicoterapia.
Ricordando sempre che la psicoterapia è soprattutto una relazione e un’esperienza di apprendimento, suggerisco sempre di iniziare e proseguire una psicoterapia solo se si percepisce il giusto clima e la giusta empatia con il proprio psicoterapeuta; in caso contrario, meglio cambiare e cercarne un altro che sia più congeniale, senza paura e con serenità.
Anzitutto è importante comprendere le esigenze personali, cioè identificare gli obiettivi personali, valutare i sintomi o le problematiche specifiche, considerare il livello di supporto desiderato.
Qualunque psicoterapia deve avere come punto di partenza un’approfondita conoscenza della persona che chiede aiuto e delle sue specifiche richieste.
In quanto ai tipi di psicoterapia, vediamo di seguito un elenco generico:
- Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): focus sui pensieri e i comportamenti, ideale per ansia, depressione e fobie;
- Psicoterapia Psicoanalitica/Psicodinamica: esplorazione dell’inconscio e delle esperienze passate, utile per problemi relazionali e conflitti interiori;
- Terapia Umanistica: approccio centrato sulla persona, promuove l’auto-esplorazione e la crescita personale;
- Terapia Sistemica-Familiare: interventi su dinamiche familiari e relazionali, adatta a problemi familiari o di coppia;
- Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT): combina elementi di CBT con tecniche di Mindfulness, favorendo un approccio dialettico alla visione degli opposti tipica di alcune psicopatologie, risulta infatti spesso usata per i disturbi borderline.
Come già chiarito nella premessa, queste sopra rappresentano solo indicazioni di massima, poiché nella concretezza della pratica clinica i bravi psicoterapeuti possono utilizzare un’integrazione di approcci per adattare la psicoterapia alle peculiarità uniche di ogni persona.
Quali sono i fattori da considerare nella scelta della psicoterapia?
Potrebbe essere utile tenere in considerazione le preferenze personali sullo stile terapeutico, la disponibilità e accessibilità dei terapeuti specializzati, e la durata prevista della terapia.
Questo però non significa che la scelta della psicoterapia debba essere prevalentemente orientata ai criteri del gusto e della comodità: un bravo psicoterapeuta potrebbe aiutarci a capire che a volte durante un trattamento è necessario stare un po’ “scomodi” per ottenere risultati, un po’ come quando si va dal dentista e si è consapevoli che si proverà un certo disagio pur di risolvere il problema per il quale ci si è rivolti al professionista.
Ciò detto, è naturalmente possibile avvalersi dei criteri sopra menzionati per valutare la scelta più idonea, poiché alcuni psicoterapeuti possono manifestare uno stile eccessivamente rigido e distante, altri, all’opposto, possono eccedere nel tono informale e confidenziale (ancora dibattuta è, per esempio, la questione relativa al darsi del lei o del tu durante la psicoterapia, con psicologi che danno forzatamente del tu e altri che si irrigidiscono con il lei; personalmente, in questo caso, non la ritengo una questione fondamentale e lascio decidere al paziente).
È inoltre chiaro che la scelta della psicoterapia debba orientarsi anche a criteri pratici, poiché il modello specifico che cerco potrebbe non essere disponibile nella mia zona (da qui deriva a volte la scelta dello psicologo online) oppure potrei non essere disponibile, per ragioni di tempo o di denaro, ad intraprendere percorsi psicoanalitici eccessivamente lunghi.
In una fase iniziale, per consultare un professionista, è anche possibile consigliarsi con un medico o uno psicologo per una valutazione preliminare (sta cominciando a prendere forma la figura dello psicologo di base) e procedere nella ricerca di terapeuti qualificati e accreditati.
Soprattutto se è la prima volta che ci si rivolge ad uno psicoterapeuta, è da considerarsi normale l’eventualità di doverne provare più di uno prima di trovare quello giusto. Non mi stancherò mai di dirlo: la psicoterapia è soprattutto una questione di relazione.
Quanto conta l’esperienza del terapeuta?
In primo luogo, se si hanno dei dubbi, è sempre opportuno eseguire una verifica delle credenziali professionali, seguendo una procedura molto semplice:
Chiedere al professionista l’Ordine regionale o provinciale cui è iscritto, e il numero di iscrizione;
Visitare il sito web dell’Ordine e seguire le istruzioni per la ricerca del professionista (nel mio caso: Ordine Psicologi Lombardia, n.13197).
Procedura più semplice: accedere al sito dell’Ordine Nazionale degli Psicologi, www.psy.it e cliccare su ALBO NAZIONALE, inserendo di seguito nome e cognome del professionista che si vuole verificare; se il professionista è in regola con l’iscrizione, comparirà una schermata recante i dati principali dello psicologo in questione, la sezione, se egli è o meno specializzato in psicoterapia, e il suo indirizzo di Posta Elettronica Certificata per i contatti.
L’esperienza specifica nel trattamento di particolari disturbi è un altro aspetto determinante da prendere in considerazione. È chiaro che uno psicoterapeuta in esercizio da molti anni ha in curriculum una casistica molto più ampia trattata durante la sua carriera, ma questo non implica che sia davvero ben ferrato in tutte le tipologie cliniche: egli potrebbe avere, per scelta o per ragioni di opportunità, o di formazione, meno dimestichezza con alcuni quadri clinici e maggiore con altri. Nel dubbio, meglio chiedere o cercare informazioni sul suo profilo.
Quali sono le modalità di terapia?
A seconda delle esigenze specifiche, sarà possibile optare per una terapia individuale vs terapia di gruppo, sessioni in presenza vs sessioni online. E, naturalmente, non dovrebbe essere una questione di mera comodità o preferenza discrezionale, bensì di reale opportunità e convenienza terapeutico-operativa.
Anche le considerazioni economiche non possono essere escluse da un ragionamento complessivo teso ad orientare la scelta, valutando costi della terapia e possibilità di rimborso assicurativo, nonché opzioni offerte dal servizio sanitario nazionale o convenzioni.
Feedback e revisione continua possono costituire un’integrazione preziosa della psicoterapia, favorendo un monitoraggio dei progressi nel tempo e un’apertura a cambiare approccio terapeutico se necessario.