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Ansia anticipatoria

ansia anticipatoria

Cosa si intende per ansia anticipatoria? Come distinguerla da altri disturbi d’ansia? Quali sono le cause e i sintomi? Come curarla?

Banale a dirsi, ma, anzitutto, l’ansia anticipatoria è un fenomeno relativo ad un qualche evento o ad una qualche situazione specifica che ha già generato ansia o attacchi di panico nel soggetto.

Con l’ansia anticipatoria, in sostanza, si rievoca lo stato di sofferenza provata e si teme – o più spesso ci si convince – che la condizione di ansia o attacchi di panico già vissuta in quella particolare situazione verrà a ripresentarsi se ci si avvicinerà di nuovo alla situazione temuta, per esempio guidare in autostrada, attraversare ponti o gallerie, recarsi presso un ospedale per un prelievo di sangue, etc.

Quando tale ansia anticipatoria cronicizza, si finisce per sopravvalutare la reale portata del fenomeno da affrontare e, di conseguenza, si sottovalutano le proprie capacità di reagire e gestire il fenomeno, per quanto stressante.

Riepilogando, dunque, la definizione di ansia anticipatoria evidenzia che la stessa è una forma di ansia che si manifesta prima di un evento o situazione temuta.

Non esiste un disturbo mentale così definito che sia del tutto sganciato da una condizione clinica più articolata. A meno che non si tratti di un quadro ansioso sottosoglia, magari fastidioso ma non strettamente clinico.

Le cause dell’ansia anticipatoria, in sostanza, possono fare riferimento ad una certa paura dell’ignoto, alle esperienze passate negative o ad una particolare pressione sociale o aspettative elevate.

In alcuni casi si configura come una franca psicopatologia invalidante, in altri come una ruminazione del pensiero fastidiosa ma non necessariamente clinica.

In merito ai sintomi, possono essere presenti pensieri ossessivi riguardo all’evento futuro, insonnia o difficoltà nel sonno, aumento della frequenza cardiaca o respiratoria, sudorazione eccessiva.

Quali sono gli effetti sulla vita quotidiana dell’ansia anticipatoria?

Naturalmente, gli effetti di cui sopra vanno compresi avendo considerazione della situazione specifica, poiché, come già detto, l’ansia anticipatoria riguarda comunque specificità ansiogene già sperimentate dal soggetto nel contesto che egli teme, e dunque egli anticiperà la situazione che possa, nei suoi timori, scatenargli la crisi d’ansia o l’attacco di panico, mettendo in atto quelle note condotte di evitamento quasi sempre limitanti o invalidanti.

In ogni caso, sarà probabile avere riscontro di difficoltà a concentrarsi su compiti presenti, evitamento di situazioni sociali o eventi stressanti, impatto sulle relazioni personali e professionali.

Va da sé che gli effetti e le ricadute dell’ansia anticipatoria sulla vita del soggetto e della sua famiglia saranno proporzionati alla quantità e alla qualità delle attività svolte e alla tipologia delle relazioni, alle peculiarità del caso. E non necessariamente la ricaduta sarà uniforme in tutte le aree: alcuni soggetti potranno risentirne di più nell’ambito lavorativo, altri nella vita privata o nel tempo libero, etc.

Inoltre, purtroppo, il cronicizzare dell’ansia anticipatoria conduce il soggetto verso un ulteriore baratro depressivo, dominato dallo scoraggiamento e dalla disperazione, intesa proprio come perdita di speranza rispetto al poterne uscire. Si crea spesso un avvitamento lungo l’asse della cronicità, dove il vissuto di impotenza alimenta l’ansia anticipatoria e viceversa.

Quali possono essere le strategie di gestione dell’ansia anticipatoria?

Sarebbe opportuno distinguere tra strategie di gestione che possono essere condotte in autonomia, e strategie di gestione di livello più complesso, che configurano in fin dei conti un corretto intervento terapeutico condotto da un professionista; in questa sede, per semplicità espositiva, vengono elencate insieme.

E dunque possono essere attuate tecniche di rilassamento (meditazione, respirazione profonda), una pianificazione dettagliata per affrontare l’evento temuto, vari modelli di psicoterapia, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale (CBT), la psicoterapia ipnotica e quella psicodinamica per la comprensione delle cause profonde.

Quando diventa opportuno cercare aiuto professionale?

È giusto precisare che alcune forme di ansia anticipatoria non sono necessariamente cliniche, ed è altrettanto vero che esse possono essere esasperate e accentuate dalla convinzione di avere qualcosa di patologico, fino a creare un circuito ricorsivo di rinforzo dell’ansia.

Tutti nella vita possono sperimentare episodi di ansia, di solito transitori o associati ad una fase particolare della propria esistenza. Talvolta, paradossalmente, lievi stati d’ansia possono addirittura migliorare le prestazioni necessarie per un determinato compito. Molti hanno fatto esperienza di quella fastidiosa attivazione fisiologica pre-esame, che può rendere il soggetto più attento e scrupoloso nella preparazione. Ma si tratta chiaramente di livelli sottosoglia, non clinici.

Anche in questi casi, tuttavia, togliersi il dubbio consultando un esperto è un’idea da prendere in considerazione.

Altre volte, invece, rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta per il trattamento dell’ansia anticipatoria può costituire una scelta irrinunciabile, soprattutto quando l’ansia compromette significativamente la qualità della vita e vi è presenza di sintomi fisici e psichici debilitanti.

In questi casi, per evitare cronicità e peggioramenti, meglio affidarsi e chiedere aiuto.

Un professionista della salute mentale può anche aiutare a cogliere le differenze con altri tipi di ansia, ad esempio l’ansia generalizzata, che si manifesta con una preoccupazione costante e diffusa su vari aspetti della vita, non solo eventi futuri specifici.

In tal senso, soltanto l’esperienza e la competenza di uno specialista quale lo psicologo psicoterapeuta può garantire una diagnosi corretta anche di tipo differenziale, utile a distinguere tra tutte quelle condizioni psicopatologiche che presentano l’ansia come condizione unica e primaria, oppure che la configurano come condizione secondaria, cioè conseguente ad un altro quadro clinico primario, ad esempio un disturbo di personalità o un disturbo dell’umore.

È difficile guarire dall’ansia anticipatoria?

Per rispondere a questa domanda è fondamentale tenere conto dell’unicità di ogni individuo, delle sue specifiche caratteristiche, normali e patologiche, che lo configurano in termini di vulnerabilità, autoefficacia, vissuto di impotenza, capacità di reagire e via di seguito.

Alcuni disturbi d’ansia sembrano essere molto resistenti, sia alla psicoterapia che alla farmacoterapia, rendendo complesso il percorso di cura; ma, in base alla mia lunga esperienza nel trattamento di queste condizioni cliniche, posso dire che generalmente una buona psicoterapia, in alcuni casi sostenuta da una terapia farmacologica prescritta da un medico specialista, favorisce nel tempo un miglioramento della salute mentale e una riduzione dei sintomi apprezzabile.

Superare l’ansia non è soltanto una questione di estinzione dei sintomi: molte volte, per sconfiggerla, occorre cambiare il proprio set mentale, cioè quella sorta di copione che ognuno di noi inconsciamente adotta per definire la propria immagine e il proprio posto nel mondo, dando significato all’esistenza.

E’ bene inoltre ricordare che, a parere convinto di chi scrive, il benessere va sempre inteso come psico-fisico, e in tal senso perseguito; non è un caso che una valida attività motoria costituisca un significativo fattore di protezione contro l’ansia e altri disturbi mentali.

 

 

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