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Cocaina e ansia

cocaina e ansia

Cocaina e ansia: qual è la relazione? Quali effetti fisici e psicologici produce l’abuso di cocaina? Quali trattamenti adottare?

Per fare chiarezza sull’argomento, è utile partire da una definizione e da una panoramica generale, così da inquadrare meglio il fenomeno dell’abuso di tale sostanza e dell’ansia che ne può conseguire.

Cos’è la cocaina?

Chimicamente, la cocaina è un alcaloide derivato dalle foglie di una pianta originaria del Sudamerica. Il suo utilizzo avviene frequentemente per inalazione in polvere, oppure può essere iniettata o fumata.

Il suo effetto sul Sistema Nervoso Centrale consiste nel potenziamento della trasmissione dopaminergica, ma agisce anche su altri neurotrasmettitori quali la noradrenalina e la serotonina.

Senza dilungarsi troppo sugli aspetti chimici, tale sostanza appartiene alla classe degli psicostimolanti, in grado di interessare le funzioni cognitive ed affettive, oltre che gli impulsi fisiologici come la fame, la sete, il sonno e la sessualità.

Per quanto riguarda gli effetti della cocaina sul corpo, possiamo distinguere tra effetti fisici, quali aumento del battito cardiaco e ipertensione, ed effetti psicologici, quali euforia temporanea e aumento della fiducia in sé stessi.

Richiamando per un attimo le azioni neurochimiche sopracitate: la cocaina aumenta l’attività dopaminergica associata al circuito cerebrale della ricompensa, dunque chi la assume si sente gratificato, sovraeccitato, immune alla fatica, maggiormente concentrato su eventuali compiti da eseguire; è questa la ragione per cui ne fanno uso anche molti professionisti estremamente dediti al lavoro, sobbarcandosi un carico di stress che non sarebbero in grado di reggere senza la sostanza.

Cos’è l’ansia?

L’ansia è una condizione di particolare attivazione psicofisiologica strettamente imparentata con la paura, dove però quest’ultima si innesca come reazione ad un pericolo reale, mentre la prima consegue a preoccupazioni e timori oggetto di una sovrainterpretazione, ossia il soggetto vive come pericoloso o imbarazzante un contesto o una situazione che potrebbe essere tale ma non lo è con certezza: la convinzione che un ascensore possa precipitare, che un ponte possa crollare, o che parlare in pubblico possa esporre ad una figuraccia.

Sul piano neurofisiologico, alla base vi è un circuito molto ancestrale che implica il rilascio del cortisolo e l’iperattività dell’amigdala, una struttura cerebrale profonda deputata all’elaborazione dei segnali di minaccia per l’organismo. Ne consegue l’attivazione della divisione ortosimpatica del Sistema Nervoso Autonomo, con una risposta corporea di tachicardia, tachipnea, contrazione muscolare, e tutto quanto necessario a predisporre il cosiddetto sistema “lotta-fuga”.

Ma in assenza di una reale minaccia da fronteggiare, questa complessa sequenza ingaggia la totalità psicofisica costringendola a gestire un livello sovraelevato di stress che non trova una pronta via di scarica per sgonfiarsi e ripristinare una condizione di funzionamento ottimale.

Qual è la relazione tra cocaina e ansia?

Visti i meccanismi di azione della cocaina sul cervello, può risultare più comprensibile la correlazione tra cocaina e ansia, poiché essa genera un’attivazione del sistema nervoso simpatico (ortosimpatico) già citato sopra, nonché un eccesso di dopamina e conseguente squilibrio neurochimico.

Di fatto, i nostri neurotrasmettitori cerebrali non sono stati concepiti per rimanere in circolo costantemente: alcune speciali proteine di trasporto li riassorbono all’interno di contenitori presinaptici (cioè prima della sinapsi, uno spazio di congiunzione tra un neurone e un altro adiacente), rendendoli disponibili per un successivo scambio elettrochimico alla base della comunicazione cerebrale.

Alterare tramite una sostanza esterna questo complicato processo fisiologico espone il sistema a numerosi rischi, tra cui quello di sviluppare ansia.

Per inciso, altre potenziali gravi conseguenze dell’abuso di cocaina possono essere la psicosi, la paranoia, disturbi neurologici simili al Parkinson, e altro ancora.

I sintomi di ansia indotta da cocaina possono facilmente essere accompagnati da attacchi di panico, nervosismo, agitazione e insonnia. Si può dunque immaginare come, nel tempo, tale sintomatologia possa acutizzarsi e degenerare, fino a sfociare in problematiche invalidanti in più aree di funzionamento dell’individuo, ad esempio il lavoro, le relazioni e i rapporti sociali in genere.

Quali sono, dunque, le conseguenze a lungo termine dell’uso di cocaina?

Conseguenze fisiche e conseguenze psicologiche si intrecciano nella dipendenza da cocaina: ulcerazioni del setto nasale, patologie cardiache, neurologiche, segni psichiatrici quali psicosi e paranoia, ansia cronica, irritabilità, instabilità dell’umore, e altro.

Come è facile intuire, la dipendenza e la tolleranza insorgono presto e inducono il soggetto ad assumere dosi maggiori, oppure a modificare la modalità di assunzione, dallo sniffo alla fumata tramite la cosiddetta “base”, per renderla pura e aumentarne l’effetto.

Il deterioramento mentale è assicurato con il passaggio a questi utilizzi più aggressivi.

Quali trattamenti adottare per ansia e dipendenza da cocaina?

Anzitutto, è doveroso precisare che ogni trattamento va impostato a seguito di una diagnosi dettagliata ad opera di uno specialista, medico o psicologo, esperto di dipendenze e di salute mentale.

Sia l’ansia che l’abuso di sostanze, infatti, si inscrivono in un quadro di personalità e/o di psicopatologia meritevole di una descrizione accurata, affinché le criticità non vengano lette in termini banali e riduttivi, come semplice coacervo di sintomi e comportamenti problematici; ogni condizione clinica è rappresentativa di un’attribuzione di significato rispetto al proprio posto nel mondo, ed è da questo che bisogna in primo luogo partire per comprendere la persona, prima ancora della malattia che la affligge.

Ciò detto, i trattamenti per ansia e dipendenza da cocaina possono contemplare la psicoterapia, una terapia farmacologica o una combinazione delle due.

Terapie comportamentali quali la CBT (Terapia Cognitivo-Comportamentale), la Terapia Dialettico-Comportamentale (DBT), la psicoterapia psicodinamica, e altri approcci specifici, possono costituire un metodo proficuo per impostare un adeguato percorso di cura.

In merito ai farmaci, invece, da assumere sempre dietro prescrizione di un medico specialista, è probabile ricevere la somministrazione di antidepressivi SSRI/SNRI per l’ansia e farmaci più specifici per la gestione della dipendenza.

Inoltre, è molto importante prestare attenzione al tema della prevenzione e della consapevolezza, in termini di educazione sui rischi dell’uso di cocaina e di utili strategie per gestire l’ansia senza sostanze.

Un discorso a parte, che meriterebbe una trattazione specifica, è quello volto a soppesare il concetto di “doppia diagnosi”, applicato quando una psicopatologia può essere diagnosticata in presenza di un abuso di sostanze, ad esempio abuso di cocaina e disturbo narcisistico della personalità, giusto per citare un caso tipico. Ma questo esula dal tema principale del presente articolo.

Si voglia semplicemente tener presente che la diagnosi in psicologia clinica è sempre un procedimento complesso, e soltanto uno specialista psicologo psicoterapeuta la può formulare, dando così garanzia di una valutazione accurata e di un conseguente trattamento adeguato.

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