Ansia e Attacchi di Panico costituiscono un’estrema risposta psicofisiologica e somatica ad una sensazione d’allarme che il più delle volte non sussiste.
Qual è il problema principale di chi soffre di Ansia e Attacchi di Panico?
La paura sulla paura diventa il problema. L’ansia anticipatoria, la ruminazione ossessiva sul timore che possa accadere qualcosa, ad esempio nell’allontanarsi da casa, o nel trovarsi in luoghi dove sarebbe difficile o imbarazzante ritirarsi in caso di ansia e attacchi di panico.
Qual è la psicoterapia migliore per curare Ansia e Attacchi di Panico?
Una lettura PSICODINAMICA e anamnestico-biografica è importante in questi casi, ma può non essere sufficiente a risolvere la patologia. A volte le cosiddette terapie verbali non bastano, poiché il substrato biologico responsabile dell’iperattivazione, denominato “asse ipotalamo-ipofisi-surrenale”, con implicazione regolativa dell’amigdala e dell’ippocampo, si è strutturato in un circolo vizioso di funzionamento cronico che pone il soggetto in un continuo stato di allarme.
L’IPNOSI CLINICA, IN ALCUNI CASI, PUÒ ESSERE LA MIGLIORE PSICOTERAPIA PERCHÉ AGISCE A LIVELLO SOMATICO-SENSORIALE, generando stati di rilassamento impossibili da raggiungere con altri approcci.
Altre volte, invece, un approccio COGNITIVO-COMPORTAMENTALE risulta essere più promettente poiché il soggetto che soffre è incastrato in una lettura irrazionale dei propri sintomi che lo induce a sopravvalutare il pericolo e a sottostimare le proprie capacità di fronteggiarlo.
Qual è dunque l’approccio migliore nella psicoterapia dei disturbi d’ansia e degli attacchi di panico?
Non esiste un unico approccio, a mio avviso, bensì un trattamento integrato e confezionato su misura, a seconda delle specificità del caso.
Anche per questa ragione ho conseguito una formazione differenziata su quattro diversi modelli di psicoterapia: psicodinamica, ipnotica, sistemico–relazionale, cognitivo–comportamentale.
Il futuro della psicoterapia, come illustra la ricerca scientifica sulla materia, è nel pluralismo, e non nell’isolamento dei singoli modelli.