Che cos’è il risarcimento per danni psicologici? Che cosa lo differenzia da un altro tipo di risarcimento? Quando è possibile ottenerlo? Quale professionista lo certifica e lo quantifica?
Il risarcimento per danni psicologici, riconducibile alla più corretta definizione di “danno biologico di natura psichica”, è una compensazione economica per il danno subito a livello psicologico o emotivo.
È opportuno distinguere tra:
- danno biologico, inteso come lesione all’integrità psico-fisica della persona suscettibile di accertamento medico-legale;
- danno esistenziale, definito come somma di ripercussioni esistenziali e relazionali di segno negativo;
- danno morale, che indica la sofferenza (non solo fisica) della persona, il dolore e le conseguenze causati dall’azione subita. Il danno fisico può accompagnarsi ed eventualmente integrarsi con la valutazione del danno biologico di natura psichica, ma può anche essere totalmente disgiunto da quest’ultimo.
Questa distinzione è importante poiché fino a poco tempo fa l’orientamento della giurisprudenza era quello di riconoscere e risarcire solo il danno di una certa connotazione, tendenzialmente biologico e permanente, e a determinate condizioni, mentre oggi il ventaglio giuridico si è allargato e un bravo avvocato è in grado di offrire una prospettiva più ampia al proprio cliente, anche grazie alla valutazione specialistica di uno psicologo giuridico.
Quali sono le tipologie di danno psicologico?
O meglio, a quali sindromi cliniche e a quali sintomatologie può essere associato per ottenere un risarcimento per danni psicologici?
A titolo esemplificativo, si possono manifestare:
- un danno psicologico associato a Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD)
- un danno psicologico associato a Depressione
- un danno psicologico associato ad Ansia e Attacchi di Panico
- un danno psicologico associato a Disturbi del sonno
Non è raro riscontrare un danno psicologico associato ad una complessità delle sintomatologie sopra riportate, oltre a probabili altri indicatori clinici (psicosomatici, alimentari, etc.).
In alcuni casi, il quadro clinico può essere paucisintomatico, cioè sottosoglia rispetto ai criteri standard, ma altrettanto invalidante, poiché a volte un singolo criterio clinico può alterare gravemente la qualità della vita di una persona.
Quali sono le cause più comuni che generano un danno psicologico?
O meglio, quali sono le cause più comuni per le quali facilmente si può ottenere un risarcimento per danni psicologici?
- Incidenti stradali: non molti sanno che, ben oltre il comune risarcimento danni offerto dalle assicurazioni, è possibile farsi diagnosticare e quantificare il danno psicologico e ottenere un congruo risarcimento. Alterazioni della memoria conseguenti a trauma cranico, insorgenza di sintomi d’ansia che invalidano il soggetto, ad esempio se questi non è più in grado di guidare l’automobile in uno o più contesti, oppure, se l’incidente è avvenuto a bordo di un mezzo pubblico, il soggetto non è più in grado di utilizzare un mezzo di trasporto pubblico, sono solo alcuni dei possibili scenari capaci di affliggere chi ha subito un danno psicologico suscettibile di risarcimento.
- Malasanità: purtroppo può accadere di essere vittima di malasanità, di riportare danni fisici o menomazioni permanenti, oppure di essere curati male o di ricevere più danni che benefici da una cura, un fenomeno noto come “effetto iatrogeno”. Un disagio psichico o una vera e propria psicopatologia possono insorgere come conseguenza di quanto sopra, aprendo un possibile scenario di risarcimento per danni psicologici.
- Mobbing sul lavoro: questo è un altro contesto tipico che spesso rende plausibile la richiesta di risarcimento per danni psicologici. Il mobbing può essere orizzontale, quando configura una situazione di prevaricazione, offesa, maltrattamento, umiliazione, vessazione, demansionamento, attuata da uno o più colleghi di pari grado ai danni di un lavoratore; è verticale quando l’azione prevaricante è attuata da un superiore; in alcuni casi molto particolari può anche essere ascendente, cioè quando è agita da un lavoratore ai danni di un suo superiore. Dal mobbing, più tipicamente, possono derivare conseguenze di tipo psicologico, ma anche di tipo fisico.
- Violenza domestica: purtroppo non è infrequente imbattersi in situazioni di violenza domestica, talvolta sottostimate poiché non denunciate. La violenza domestica è spesso di tipo fisico, e in questo caso genera sempre e comunque anche danni psicologici, ma talvolta può anche essere solo di tipo psicologico, e non per questo meno grave. Umiliazioni, svalutazioni, manipolazioni, azioni molto subdole e particolari, quale ad esempio il fenomeno del gaslighting, consistente nel presentare alla vittima false informazioni, o nel negare cose realmente accadute, allo scopo di disorientare e fare impazzire la persona che si vuole soggiogare, sono forme di violenza suscettibili di risarcimento per danni psicologici.
- Abusi sessuali: purtroppo ben presenti nella statistica dei reati lesivi della persona nella sua integrità psicofisica, possono facilmente generare l’insorgenza di quadri psicopatologici ad alto impatto, il disturbo Post-Traumatico da Stress e varie forme depressive, giusto per citarne alcuni.
In questi casi è praticamente scontato poter addurre, oltre al danno biologico di natura psichica, anche il danno morale e il danno esistenziale, sicuramente nella sua aggravante di condizione permanente e non transitoria.
Il risarcimento per danni psicologici in merito alle violenze sessuali si prefigge l’obiettivo di vagliare e quantificare una complessità clinica ed esistenziale mai sufficientemente compensabile sul piano monetario, ma comunque meritevole di un attento riconoscimento che consenta alla vittima di edulcorare almeno in parte le rimarchevoli sofferenze.
Vi è, comprensibilmente, una procedura legale necessaria per giungere alla richiesta di risarcimento per danni psicologici, che si avvale della raccolta delle prove, la stesura di relazioni mediche e psicologiche, la raccolta di testimonianze di esperti e testimoni, la produzione di documentazione dell’evento traumatico.
Dalla denuncia presso le autorità competenti si giunge alla richiesta di risarcimento tramite avvocato. La valutazione del danno prevede una perizia medico-legale, nella fattispecie intesa come una perizia di uno psicologo appositamente formato. Quindi il consulto con psicologi e psichiatri conduce alla valutazione della gravità e durata del disturbo.
Come si effettua la valutazione della gravità e durata del disturbo?
Esistono dei nomenclatori e delle apposite tabelle percentuali per valutare e quantificare la gravità del disturbo, a seguito di una procedura psicodiagnostica costituita da colloquio clinico, raccolta anamnestica, acquisizione di informazioni ed elementi probatori-documentali, procedimento osservativo, esame obiettivo e somministrazione test che consenta di rilevare il quadro clinico in modo oggettivo e compararlo con il funzionamento premorboso del soggetto, al fine di riscontrare che l’invalidità del soggetto sia davvero riconducibile allo specifico danno subito in un determinato contesto, e non attribuibile ad una condizione già preesistente.
La durata si valuta con un monitoraggio nel tempo per distinguere quella transitoria da quella permanente, anche sulla base delle conoscenze cliniche della fattispecie.
Nella relazione, infine, il professionista elenca e sintetizza i passaggi effettuati, trae le debite conclusioni, e stima il calcolo del risarcimento mediante le sopracitate tabelle.
Il danno biologico, come già detto, va qui inteso di natura psichica, va calcolato tenendo conto dell‘incidenza sulla qualità della vita, stimando la percentuale di invalidità permanente o temporanea. Come ho già accennato, vi è anche la questione del danno morale ed esistenziale, della sofferenza emotiva e degli impatti sulla vita quotidiana.
Naturalmente, per muoversi in questo ambito così particolare che pertiene il tema del risarcimento per danni psicologici, occorre fare riferimento alla normativa italiana rilevante, in particolare il codice civile italiano (Articoli 2043 e seguenti), nonché alle sentenze giurisprudenziali rilevanti, chiedendo lumi al proprio avvocato che spesso lavora di intesa con lo psicologo giuridico.
È proprio quest’ultimo, lo psicologo psicoterapeuta esperto in psicologia giuridica, il professionista più idoneo al quale rivolgersi, quando si vuole ottenere un risarcimento per danni psicologici, oltreché un avvocato per quanto concerne la situazione squisitamente giuridica e processuale.
Al di là del risarcimento, è possibile ottenere supporto chiedendo aiuto ad associazioni per le vittime di reati, centri di violenza e servizi di supporto psicologico.
È buona prassi – chi scrive nutre questa ferma convinzione – che non sia lo psicologo giuridico al quale ci si rivolge per il risarcimento per danni psicologici ad erogare anche un’eventuale psicoterapia a beneficio del richiedente. I due ruoli, per correttezza professionale e come ulteriore garanzia per il proprio assistito, vanno tenuti assolutamente distinti.