Concordare un piano genitoriale nella separazione consensuale: una sfida impossibile o una grande opportunità?
Molto difficilmente una separazione sarà priva di contraccolpi, anche quando consensuale.
Perdipiù, capita che una separazione consensuale sia tale soltanto per evitare il peggio e accelerare un procedimento altrimenti lungo e tortuoso.
Ma quando si tratta di accordarsi per questioni che riguardano i figli? Quali elementi debbono caratterizzare questa presunta buona volontà?
Che cos’è un piano genitoriale nella separazione consensuale?
Partiamo da una definizione di base che ci aiuti a chiarificare il terreno: un piano genitoriale nella separazione consensuale è un accordo dettagliato tra genitori separati/divorziati riguardante la cura e l’educazione dei figli.
Certamente, il fatto che questo accordo sembri possibile designa uno scenario potenzialmente conciliante, a beneficio della prole.
Ma, nonostante le buone intenzioni iniziali, appena si prova ad approntarlo ci si rende conto che non tutto fila liscio nel prendere accordi.
Talvolta, infatti, può rivelarsi necessario un intervento specialistico, quale ad esempio quello dello psicologo esperto in mediazione familiare.
Uno sguardo esterno, specie se allenato su certe tematiche, favorisce un riallineamento su obiettivi super partes che antepongano il benessere dei figli ai propri personalismi, garantendo il supporto migliore in situazioni così delicate.
Un piano genitoriale nella separazione consensuale può decidere le sorti dei figli negli anni a venire e contraddistinguere genitori adeguati sul piano empatico, attribuendo priorità all’accudimento e alla protezione dei minori.
Quali sono gli obiettivi principali di un piano genitoriale nella separazione consensuale?
L’obiettivo principale di un piano genitoriale nella separazione consensuale è garantire il benessere e la stabilità emotiva dei figli.
È dimostrato, infatti, che la separazione, di per sé, non danneggia inevitabilmente i figli ma sono le separazioni conflittuali a fare danni, talvolta anche importanti, innestandosi nella crescita dei piccoli in forma di sviluppo traumatico e turbamento emotivo.
Persino rimanere insieme “per il bene dei figli” non è una soluzione auspicabile, se il tasso di conflitto o la freddezza affettiva tra genitori predominano nella scena familiare.
Molti soggetti adulti che hanno vissuto in una famiglia conflittuale o affettivamente arida, durante la loro psicoterapia, si ritrovano a confessare: “non vedevo l’ora che si separassero, e ogni volta mi domandavo perché non lo avessero ancora fatto. Quando ciò finalmente accadde, fu una vera liberazione.”
Ciò non significa che i genitori si debbano separare alla prima difficoltà, ci mancherebbe; ma rimanere insieme ad oltranza “per il bene dei figli” quando non sussistono reali condizioni di amore e armonia può essere un errore altrettanto grave che gettare la spugna alla prima difficoltà.
Il secondo obiettivo è stabilire chiare responsabilità e ruoli genitoriali. Non è un obiettivo che si può dare per scontato, anche quando i genitori sembrano essere civili e collaborativi.
Le dinamiche che insorgono durante una separazione possono, infatti, dare luogo a personalismi e punti di vista discordanti su processi educativi, comunicazione, attribuzione di ruoli, gestione della complessità, aspetti organizzativi.
Lo psicologo mediatore familiare può raccogliere le varie istanze e filtrarle, suffragando una visione più articolata e imparziale, affinché il benessere dei bambini venga collocato al primo posto cercando, per quanto possibile, di rispettare le differenti esigenze e richieste dei genitori.
Come si configura una separazione consensuale?
Secondo una chiara e semplice definizione, una separazione consensuale è un accordo di separazione in cui entrambe le parti raggiungono un’intesa senza ricorrere al contenzioso giudiziario.
Già da questa definizione risulta evidente quanto tale scelta sia auspicabile, evitando così le dinamiche più aspre e stressanti insite in una differente scelta di carattere bellicoso, i cui risvolti non sono sempre prevedibili.
Ma quali sono i vantaggi di una separazione consensuale?
Certamente è facile immaginare un minore stress emotivo per i figli e i genitori, così come una procedura più rapida ed economica rispetto a quella giudiziaria, e un maggiore controllo sulle decisioni finali da parte dei genitori.
Tutte le parti in causa, in questo modo, ne escono vincitrici, con la sensazione che in fondo quanto accaduto non costituisca un evento drammatico e devastante, bensì uno di quei fatti della vita che, per quanto doloroso, possa essere fronteggiato e superato riorganizzandosi per una nuova serenità.
Tutto è più semplice quando sembra essere gestito come un problema oggetto di risoluzione anziché come una guerra all’ultimo sangue.
Quali sono le componenti del piano genitoriale nella separazione consensuale?
Tra le componenti essenziali, meritano di essere citate la custodia, i tipi di custodia (condivisa, esclusiva), modalità di visita e tempi di permanenza con ciascun genitore, educazione, scelte scolastiche e attività extracurriculari, salute, cioè decisioni riguardanti cure mediche, assicurazioni sanitarie, ecc., comunicazione, intesa come modalità di comunicazione tra i genitori riguardo ai figli e frequenza di aggiornamenti sui progressi dei figli.
In merito ai tempi di permanenza, è opportuno che venga disposto un calendario dettagliato, comprensivo di giorni feriali, fine settimana, vacanze scolastiche e festività speciali.
Adottare la giusta flessibilità e adattabilità, inoltre, favorisce la migliore previsione per eventuali variazioni necessarie.
Su che cosa verte l’area del supporto finanziario?
In particolare, si deve avere cura del mantenimento dei figli, della determinazione degli importi da versare per il mantenimento, delle spese straordinarie e della suddivisione delle spese non previste come emergenze mediche o attività speciali.
E che dire in merito alla risoluzione delle dispute?
Sicuramente bisogna ricorrere a meccanismi previsti per risolvere eventuali conflitti futuri, poiché non basta che vi sia un piano genitoriale nella separazione consensuale per scongiurare del tutto il suddetto pericolo. La vita di ognuno può cambiare nel tempo, nuove problematiche o forme di stress possono subentrare e aggravare il quadro esistenziale, oppure il cambiamento e la crescita degli stessi figli può oggettivare nuove sfide e nuove complessità.
Meglio non farsi cogliere impreparati e avere già un piano, per quanto abbozzato, affinché nulla (o quasi) sia lasciato al caso.
Ricorrere alla mediazione familiare come strumento preferenziale, ancor più se gestita da uno psicologo psicoterapeuta, può cambiare notevolmente la prospettiva e impostare una nuova, eventuale rivisitazione degli obiettivi e degli accordi.
Il piano genitoriale nella separazione consensuale è immodificabile?
È certamente plausibile che possano esservi aggiornamenti del piano genitoriale, per andare incontro a eventuali cambiamenti che non possono essere pianificati a priori, o per apportare miglioramenti e integrazioni utili al benessere complessivo. Le revisioni periodiche connotano un giusto livello di flessibilità e di utilità, valorizzando lo spirito collaborativo e la convergenza degli obiettivi, sempre precipuamente orientati alla tutela dei figli; in tale direzione si inscrivono le valutazioni periodiche dell’efficacia del piano di possibili modifiche necessarie con il cambiare delle circostanze familiari.